Il destino di Eni Versalis a Ragusa è il peggiore fra tutti: la Sicilia impotente, la parola al Governo

Continuano a brancolare nel buio i lavoratori Eni di Ragusa e con essi centinaia di addetti all’indotto. Gli interventi che si registrano in queste ore dai vertici del colosso, non promettono nulla di buono, purtroppo, per la realtà ragusana.

Maggiori dettagli sul piano di trasformazione saranno forniti da Versalis il 21 novembre, data in cui sono state convocate a Roma le segreterie nazionali dei sindacati.
Intanto però Giuseppe Ricci, direttore di Eni-Versalis che è alla guida della trasformazione annunciata con l’obiettivo di garantire uno sviluppo industriale coerente con un sistema energetico sostenibile, è stato chiaro: se per Priolo la strategia di trasformazione degli stabilimenti di acitilene in bioraffineria di carburanti per aviojet seguirà le orme di Venezia, Gela e Livorno e sarà affiancata dal primo grande impianto in Italia per il riciclo della plastica, tutt’altro destino è riservato alla realtà industriale di Ragusa, che diventerà un centro di servizi e ricerca in funzione di Priolo.

Chiusura ribadita anche dall’amministratore delegato della società del Gruppo Eni, Adriano Alfani, il quale ha spiegato che la decisione è stata presa perché “l’Europa si trova in una situazione di eccesso di offerta e i prezzi dei prodotti importati sono molto competitivi. Produrre in queste condizioni non conviene”.

Intanto sulla chiusura di Ragusa, il ministro delle Imprese ha convocato una riunione il 3 dicembre 2024, dove Versalis illustrerà alle parti sociali il piano industriale.

“L’apertura di un tavolo sulla vicenda Versalis, voluto dal ministro per le Imprese Adolfo Urso, è sicuramente una buona notizia per i lavoratori. Come Pd siamo e saremo al fianco dei lavoratori, ma il governo, a partire dalla premier Giorgia Meloni, intervenga su una sua partecipata, Eni appunto, per garantire la salvaguardia occupazionale e, al contempo, la tutela e lo sviluppo del territorio e dell’area industriale di Priolo Gargallo e di Ragusa”. Lo afferma il segretario regionale del Pd Sicilia , Anthony Barbagallo, che sull’argomento ha presentato una interrogazione rivolta alla presidente del Consiglio e ai ministri del Lavoro e politiche sociali, dell’Economia e delle Imprese e del made in Italy.

“A Roma, come a Palermo, devono rendersi conto che – afferma il deputato regionale ragusano, Nello Dipasquale – la dismissione degli stabilimenti per la chimica di base di Eni nel Sud-Est siciliano sarebbe un danno economico enorme che non riguarderebbe solo le maestranze attualmente impiegate in Versalis, ma anche un indotto importante. È necessario individuare un percorso alternativo alla chiusura degli impianti attingendo, ove possibile, anche – conclude – alle risorse del PNRR e del FSC”.

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