F.L.Belgiorno “Caronte” delle rotte per Addis Abeba e Tripoli con voli dall’idroscalo di Siracusa
Il giornalista modicano Franco Libero Belgiorno, assunto dal 1934 nella Regia Aeronautica era stato poi trasferito al “De Filippis” con le funzioni di aiuto direttore dell’aeroporto civile. Un’esperienza che sarà determinante quando, alcuni anni dopo, nel 1950 divenne direttore dell’aeroporto civile di Comiso.
di Giuseppe Calabrese
Il Sud-est della Sicilia si dimostrò già strategico in epoca coloniale, riuscendo ad assolvere ad un ruolo da protagonista nei collegamenti aerei tra le due sponde del Mediterraneo ed in particolare con le colonie dell’Africa orientale italiana (Aoi, n.d.a.).
Un aspetto che consente di aggiornare le conoscenze storiche sulla funzione svolta nella seconda metà degli anni ’30 dall’idroscalo “Arnaldo De Filippis” di Siracusa, intitolato ad un eroe della I Guerra Mondiale, quando l’aeroporto militare “Vincenzo Magliocco” di Comiso era ancora in costruzione. Gli idrovolanti, in grado di trasportare anche fino a 100 passeggeri, solcavano i cieli del Mediterraneo per consentire a titolari di imprese, personalità del regime, esponenti del mondo dello spettacolo, militari, o semplici turisti di raggiungere i nuovi territori dell’Impero per affari o per scoprirne costumi e ricchezze e, viceversa, a ras ed imprenditori locali di raggiungere l’Italia.
L’idroscalo di Siracusa coprì il traffico aereo sia militare che civile, con voli gestiti dalla compagnia “Ala Littoria”, fondata da Italo Balbo, in primo luogo sulla rotta Roma-Napoli-Siracusa-Tripoli. Venivano impiegati due Dornier DO X2 e tre Guidoni, lunghi 40 metri e dotati di 12 motori da 630 Hp, dei quali 6 con funzione di trazione e 6 invece di spinta. Il volo inaugurale si svolse il 29 luglio 1929, mentre dal 1931 al 1933 i voli ebbero essenzialmente un carattere promozionale. Solo nel 1935, in vista della conquista dell’Etiopia, gli idrovolanti furono utilizzati per il trasporto tattico nei territori appena conquistati dell’Impero (da wwwantoniorandazzo.it/siracusaera/idroscalo)
Due fasi dell’inaugurazione dell’idroscalo di Siracusa il 13 agosto 1937 con Benito Mussolini (Archivio Luce)
Un percorso che conobbe il suo picco nel biennio 1938-1939 con l’esordio ufficiale della cosiddetta “Linea dell’Impero”, che assicurava collegamenti aerei costanti con le colonie del Nord-Africa. Una fase che il giornalista modicano Franco Libero Belgiorno visse in pieno dopo essere stato assunto dal 1934 con il ruolo di “alunno d’ordine” nella Regia Aeronautica. Promosso applicato, Belgiorno era stato poi trasferito al “De Filippis” appena l’anno prima, nel 1937, con le funzioni di aiuto direttore dell’aeroporto civile. Un’esperienza che sarà determinante quando, alcuni anni dopo, nel 1950 divenne direttore dell’aeroporto civile di Comiso.
ESCLUSIVA – Franco Libero Belgiorno al “De Filippis” con l’equipaggio del trimotore Cant 7 506 I Pola (Archivio Belgiorno)
Il servizio fu organizzato in modo da garantire voli di andata e ritorno in tempi brevi tra le due sponde del Mediterraneo, con l’obiettivo di promuovere scambi costanti di natura economica, commerciale, turistica e persino culturale tra la Madrepatria ed i nuovi territori d’oltremare. I contatti continui miravano ad amalgamare le diverse componenti dell’Impero e garantire l’unità tra il Regno d’Italia e le terre conquistate. Difficile capire fino a che punto questo processo sia alla fine andato a buon fine e, soprattutto, se i nuovi sudditi si fossero effettivamente considerati parte attiva dell’Italia.
ESCLUSIVA – L’attore e regista Sergio Tofano, primo a destra. all’idroscalo di Siracusa con Franco Libero Belgiorno (Archivio Belgiorno)
In un trafiletto a piede di pagina del foglio bisettimanale Viaggiare, giornale del turista (Archivio Belgiorno) del 10 gennaio 1937 si sottolineava l’importanza dei nuovi collegamenti aerei con le città dell’Africa orientale italiana <E’ stata istituita – si leggeva infatti – una linea rapida a frequenza settimanale tra Roma ed Addis Abeba, che partendo dall’aeroporto del Lido di Roma ogni martedì, giovedì e sabato all’alba giunge ad Addis Abeba la mattina del venerdì, domenica e martedì. Il percorso inverso viene compiuto – si chiariva – con partenza da Addis Abeba per Roma il mercoledì, il lunedì e la domenica e arrivo al Lido di Roma il sabato, il lunedì e il mercoledì>.
L’idroscalo “De Filippis” e un manifesto pubblicitario della compagnia “Ala Littoria” (da wwwantoniorandazzo.it)
Il periodico confermava inoltre che <sono mantenuti tutti i precedenti collegamenti dell’A.O.I. Così la durata massima del viaggio da Roma alle principali località dell’Africa Orientale Italiana viene ad essere la seguente: Roma-Asmara, due giorni e nove ore; Roma-Addis Abeba, tre giorni; Roma-Mogadiscio, quattro giorni e sei ore>. Un annuncio che faceva il paio con un lungo e dettagliato servizio dal titolo, che era tutto un programma: “Mete imperiali” che aveva come occhiello “Nuove vie del turismo” e come sommario “Primi provvedimenti per l’attrezzatura e la valorizzazione turistica dell’Impero”.
Due prototipi di idrovolanti che facevano la spola con l’Africa Orientale italiana (da wwwantoniorandazzo.it)
Tra gli obiettivi dichiarati del regime, legati al potenziamento dei collegamenti aerei, c’era soprattutto il lancio del turismo in terra d’Africa. <La valorizzazione delle terre conquistate al risorto Impero – si poteva leggere sul periodo del regime – avrà nel Turismo un elemento di più , che influirà sia dal lato politico e morale sia da quello economico e degli scambi commerciali, al raggiungimento delle mete segnate dal Duce>. A conferma di questa scelta netta Viaggiare infatti annunciava: <Intanto si apprende – e non è senza significato il fatto – che la Compagnia Italiana per il Turismo ha aperto ad Addis Abeba un suo primo “Ufficio Viaggi”>.
ESCLUSIVA – I voli con transito da Siracusa dall’1 luglio al 31 agosto (sopra) e dall’1 novembre al 31 dicembre 1938
Il regime puntava in particolare sugli investimenti nel settore alberghiero nell’Africa orientale italiana. <Degna del massimo rilievo è in proposito la esauriente trattazione che la Consulta Tecnico-Corporativa per il Commercio – riferiva infatti il foglio di settore – ha svolto l’altro giorno in materia di impianto ed esercizio di alberghi nei principali centri dell’Impero. Due Società sono state all’uopo costituite: una denominata S.I.A.A.O (“Società Immobiliare Alberghi Africa Orientale Italiana”), con un capitale di 12 milioni, aumentabili a 25 entro l’anno e successivamente a 100 milioni, ha per scopo – si precisava nel servizio – la costruzione, l’ammobigliamento e l’arredamento degli alberghi; la seconda, denominata G.A.O.I. (”Società per la Gestione di Alberghi nell’Africa Orientale Italiana”) con un capitale di 1 milione e 800 mila lire, aumentabili entro l’anno a 3 milioni e successivamente a 15, si propone invece la gestione degli alberghi>.
ESCLUSIVA – Gli scali previsti a Siracusa dall’1 al 31 agosto (sopra) e dall’8 ottobre al 30 novembre 1939 (sotto)
Perfino il trasporto locale ebbe un notevole impulso in quegl’anni. <E’prossima l’istituzione – annunciava con toni trionfalistici il “giornale del turista” – di un regolare e confortante servizio passeggeri con autobus Pullman da gran turismo, da Massaua ad Addis Abeba. Si tratta di una linea eminentemente turistica, per i luoghi e paesaggi che attraversa; ma tale suo carattere non va disgiunto da quello commerciale, poiché offre il vantaggio di effettuare un notevole risparmio di tempo, a chi si voglia recare ad Addis Abeba. Infatti nel quarto giorno dopo la partenza da Massaua – si sottolineava –, si è nella Capitale dell’Impero>.
Interessante la descrizione in dettaglio di tutti i comfort che il nuovo servizio offriva, che per l’epoca non erano sicuramente scontati . <I passeggeri avranno – si precisava nell’articolo – un’assistenza totalitaria (forse l’aggettivo non era dei più felici, n.d.a.). Nel biglietto sono comprensivi il vitto e il pernottamento in camera con acqua corrente (una precisazione per nulla scontata, n.d.a.). Gli autopullman sono a 22 o a 28 posti – proseguiva l’elenco –, posseggono tutti una radioricevente, ventilatori elettrici, ghiacciaia, servizio completo di bar e gabinetti completi. Alcuni degli autopullman sono con tetto apribile, altri con tetto rigido>. Insomma, come si direbbe oggi, “all inclusive”!
In copertina ESCLUSIVA – Franco Libero Belgiorno con ras Hailù Tacle, insieme ad alcune personalità, in transito da Siracusa il 5 maggio 1938 (Archivio Belgiorno)
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Giuseppe Calabrese
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