Il Vescovo di Ragusa interviene sul caso Versalis: ” conseguenze devastanti per l’occupazione”

Ieri, durante il pontificale della Solennità dell’Immacolata, il Vescovo di Ragusa, Mons. Giuseppe La Placa, è intervenuto sulla questione Versalis, che nelle ultime settimane sta destando numerose preoccupazioni.

Mons. Giuseppe La Placa, nel corso dell’omelia, si è detto sorpreso e rammaricato nell’aver appreso che nessun politico regionale, pur essendo stato invitato, abbia partecipato al tavolo tecnico a Roma sulla questione Versalis.

La riunione romana era di estrema importanza, essendo stata pensata per trovare una soluzione e restituire un ruolo produttivo agli impianti ragusani, evitando così che centinaia di famiglie iblee finissero senza reddito e senza la dignità del lavoro.

Un appello per il territorio

L’omelia dell’Immacolata si è rivelata un forte appello di Mons. Giuseppe La Placa alla classe politica, alle istituzioni e all’Eni: un invito a non sottovalutare le scelte che riguardano Ragusa.

Il presule ragusano ha affidato a Maria i giovani, le famiglie, gli ammalati, i poveri. E poi “gli uomini e le donne che non trovano lavoro e a quelli che rischiano di perderlo, come ad esempio i nostri amici della ditta Versalis”.

Nel corso dell’omelia, Mons. La Placa ha reso noto di aver ricevuto nei giorni scorsi una delegazione di lavoratori, insieme ai responsabili dei consorzi di trasportatori dell’indotto di Versalis e ai responsabili della CNA. Questi hanno manifestato al Vescovo il loro scoramento per l’evolversi di una crisi che, fra qualche giorno, li vedrà perdere il lavoro e, con esso, la possibilità di sostenere le loro famiglie.

“Attorno a Versalis, infatti, si è sviluppato – ha ricordato il Vescovo durante l’omelia – un indotto significativo fatto, tra gli altri, di autoriparatori, aziende di distribuzione carburante e agenzie di assicurazione, che ha contribuito alla creazione di posti di lavoro veri e legali, i cui lavoratori si troveranno ora a fronteggiare la grave incertezza sul proprio futuro, trovandosi anche nell’impossibilità di potere ammortizzare gli ingenti investimenti fatti”.

Non si è tenuto conto delle devastanti conseguenze

“Appare evidente – ha tuonato Mons. La Placa – che si stiano sottovalutando, sia da parte dell’Eni e del Governo centrale, come anche da parte di quello regionale, le devastanti conseguenze che una politica miope di deindustrializzazione produrrebbe sul nostro territorio. Mi ha molto sorpreso e rammaricato l’avere appreso che nessun politico del nostro Governo Regionale, nei giorni scorsi, pur essendo stato invitato, abbia partecipato al tavolo che si è tenuto a Roma presso il Ministero”.

L’intervento di Mons. La Placa è un appello a tutte le forze politiche, istituzionali, sociali e imprenditoriali e, in maniera particolare, ai politici locali. Il presule ha invitato i politici a far sentire forte la loro voce per sostenere le ragioni dei lavoratori e del territorio.

Un territorio che “con la chiusura di Versalis, perderebbe una importante base produttiva, con conseguenze devastanti per l’occupazione, la dignità dei lavoratori, il futuro dei loro figli e lo sviluppo del nostro territorio. Ragusa, al pari degli altri territori interessati al Piano di trasformazione e rilancio della chimica predisposto da Eni, deve essere piuttosto destinataria di nuovi investimenti, cogliendo anche tutte le opportunità oggi disponibili per la Coesione territoriale e la Transizione ecologica” ha ribadito Mons. Giuseppe La Placa.

L’invito a intervenire prima che sia troppo tardi

“I nostri politici, pertanto, si facciano sentire con più coraggio e determinazione affinché si dia vita al più presto – prima che sia troppo tardi – ad una seria collaborazione interistituzionale che coinvolga il Governo centrale, le Regioni, le imprese e la società civile, per trovare soluzioni sostenibili ed evitare il collasso sociale, ma anche per garantire che le scelte aziendali non siano fatte solo per il profitto a breve termine, ma nel rispetto del bene comune e della sostenibilità a lungo termine”, ha concluso il Vescovo di Ragusa.

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