Versalis Ragusa: S.O.S. unanime per 121 dipendenti e 135 imprese, servira?
Documento Politico a difesa del Sito Versalis Ragusa e della sua continuità industriale
In un documento congiunto sindacati, politica e istituzioni si rivolgono unanimemente ai vertici di Eni, al governo regionale e a quello nazionale, con l’obiettivo di sensibilizzare e sollecitare un intervento concreto per garantire la continuità del sito industriale Versalis di Ragusa.
Lo stabilimento di Ragusa impiega attualmente 121 dipendenti diretti di Versalis e supporta 135 imprese individuali nella logistica del trasporto polietilene, altrettanti sono i lavoratori nell’indotto.
Tra questi, sono compresi settori cruciali per l’economia locale, come la meccanica di precisione, l’elettro strumentale, il facchinaggio e le pulizie. La chiusura del sito comporterebbe la perdita di questi posti di lavoro, con conseguenze devastanti per le famiglie e l’economia locale.
Un numero significativo di imprese locali, tra cui quelle impegnate nella trasformazione del polietilene per uso agricolo, ha potuto beneficiare della disponibilità di materia prima fornita direttamente dal sito di Ragusa.
Attualmente Ragusa rimane l’unico sito in dismissione senza un programma di investimento definitivo e concreto. Questo rappresenta una grave ingiustizia per un territorio che ha dato tanto in termini di risorse e produzione, è scritto nel documento.
Gli altri stabilimenti sono stati inclusi in un piano di riconversione che prevede investimenti significativi, pari a circa 2 miliardi di euro, ma Ragusa non ha ricevuto alcuna garanzia occupazionale o investimento simile.
La certezza della produzione industriale è cruciale non solo per mantenere i livelli occupazionali, ma anche per garantire un futuro di sviluppo economico e sociale per il territorio.
La chiusura del sito Versalis di Ragusa senza un adeguato piano di riconversione rappresenterebbe una catastrofe sociale ed economica per l’intero territorio. Il rischio di perdere un patrimonio industriale e occupazionale che ha fatto la storia di questa zona è troppo alto, e non possiamo permetterlo. È quindi imperativo che Eni e le autorità competenti considerino con serietà le nostre richieste e lavorino insieme per trovare una soluzione che garantisca la continuità industriale e occupazionale di Ragusa, rispettando il contributo storico e l’importanza strategica di questo sito.
In questo senso si è espresso anche Sua Eccellenza il Vescovo di Ragusa, Mons. Giuseppe La Placa che ha auspicato vivamente una soluzione che preservi i posti di lavoro e la stabilità economica delle famiglie.
La Cna Fita (Saro Tumino e Giorgio Stracquadanio) insieme ai responsabili dei consorzi di trasportatori (Caas, Euro Caas, Caar), Loredana Melilli e Salvatore Raniolo, hanno raccontato la realtà di 135 padroncini, ovvero piccoli trasportatori, con un parco circolante di circa 200 mezzi e oltre 100 dipendenti.
Durante l’incontro il vescovo ha ascoltato con attenzione quanto riferito dalla Cna e dai responsabili dei consorzi. Ha espresso solidarietà alle famiglie e si è dichiarato disponibile ad intervenire istituzionalmente, sottolineando che il lavoro è sacro, perché dona dignità alle famiglie e ne rafforza la sacralità. “Queste parole – è spiegato dalla Cna Fita – ci hanno dato una consapevolezza: perdere questi principi è una questione grave e seria che richiede l’impegno di tutti, in particolare delle istituzioni, affinché il lavoro non venga mai sminuito da quelle logiche “manageriali” che non considerano le persone”.
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