Modica: le mummie di Sant’Anna caso di “cannibalismo scientifico”? Sbottano i ricercatori
Nei giorni scorsi, alla presenza anche dei media nazionali, nell’ex convento di Sant’Anna a Modica è stato inaugurato l’allestimento delle mummie rinvenute quasi 25 anni fa nella chiesa conventuale. Un evento ad invito che non è piaciuto agli autori di quello che è stato definito dai presenti “studio preliminare”.
A spiegare la realtà dei fatti interviene proprio uno dei protagonisti delle ricerche iniziate nel 2016, il Prof. Dott. Luca Ventura, medico chirurgo specialista in anatomia patologica e dottore di ricerca in medicina sperimentale.
Le mummie naturali di Sant’Anna, furono sottoposte ad uno studio antropologico e paleopatologico – per nulla preliminare – nel 2016, spiega Ventura. Lo studio multidisciplinare fu eseguito da un nutrito gruppo di specialisti medici e non medici, diretto dall’archeologa Valentina Pensiero di Scicli e dall’anatomopatologo Luca Ventura, aquilano di origini sciclitane, su richiesta dell’Ente Autonomo Liceo Convitto, proprietario delle mummie. Le spese dell’intero intervento furono sostenute dagli studiosi stessi, senza alcun onere economico a carico del Liceo Convitto o di altri Enti Pubblici. Dopo la fase iniziale dello studio, le indagini sono proseguite negli anni e non ancora concluse. I dati archeologici, antropologici, paleopatologici e di storia del costume furono resi noti il 13 giugno 2019 in una conferenza organizzata proprio presso l’Ente Liceo Convitto.
Da un punto di vista prettamente scientifico, i risultati furono presentati ai congressi nazionali di anatomia patologica di Genova nel 2016 e di Napoli nel 2017, al congresso della società polacca di anatomia patologica tenuto a Lublino nel 2019 e al Congresso Europeo di Patologia di Firenze nel 2024.
Sulle mummie di Sant’Anna sono stati pubblicati diversi contributi su testate scientifiche internazionali – quali Pathologica, Polish Journal of Pathology e Journal of Bioarchaeological Research – mentre altri sono in via di pubblicazione presso altre riviste del settore.
“Le indagini da noi effettuate, furono basate su ispezione esterna ed approfonditi rilievi radiologici tramite radiografia digitale e tomografia computerizzata (TC). L’acquisizione delle immagini TC ha consentito al personale medico specializzato nel settore di eseguire delle vere e proprie autopsie virtuali, che hanno consentito di evidenziare malattie come la tubercolosi polmonare (in entrambi i soggetti), la calcolosi della colecisti e l’artrosi nel soggetto più anziano e altri dettagli interessantissimi quali uno pneumotorace terapeutico sempre nel soggetto anziano. Tale intervento potrebbe esser stato effettuato per curare la pneumopatia proprio a Modica nell’ospedale Campailla. Se confermata, l’ipotesi potrebbe retrodatare di circa un secolo la procedura introdotta da Carlo Forlanini nel 1882, che guarì tanti pazienti tubercolotici. La virtopsia ha inoltre permesso di visualizzare in maniera sorprendente organi interni come l’encefalo (che risulta perfettamente conservato) senza alterare i corpi in nessun modo.
Fatte queste doverose premesse, liquidare come “studi preliminari” la gran mole di lavoro svolta appare poco riguardoso nei confronti degli studiosi in esso coinvolti, sia nelle strutture ospedaliere di Modica e Scicli che nelle Università di L’Aquila e di Bologna.
Così come risulta sconcertante che chi ha dedicato tempo, risorse ed attrezzature allo studio sulle due mummie modicane venga messo da parte senza alcuna motivazione. Lo studio da noi già effettuato sulle mummie di Sant’Anna, già particolarmente documentato ed esaustivo, può certamente essere integrato da ulteriori indagini, ma si spera di non dover assistere all’ennesimo caso di “cannibalismo scientifico” conclude il Prof. Ventura.
Uno spiacevole scivolone di cattivo gusto che sicuramente gli organizzatori dell’evento intenderanno spiegare, o almeno si spera!
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