Ragusa: stamane nuova protesta degli azionisti-risparmiatori davanti alla BAPR (FOTO)
Stamattina ennesima protesta davanti la Banca dei risparmiatori della Banca Agricola Popolare di Ragusa.
Tra chi protesta, c’è in persiero unico e condiviso. “La storia si ripete. Si manifesta, si urla , delle volte dalla disperazione si piange, ma poi ti fermi un attimo e pensi ” servirà mai ?” ma spesso la risposta appare sempre negativa, perché i fatti ti dicono che poco cambia, ma tu non molli”.
Dopo l’ennesima condanna dell’ACF alla Banca Agricola Popolare di Ragusa (Decisione n. 4642 del 25 novembre 2021) per inadempimento sugli obblighi di informazione sulle caratteristiche delle proprie azioni e sul livello di rischio dell’investimento i risparmiatori, supportati dall’associazione Vittime del Salvabanche sono di nuovo a protestare di fronte alla sede in Via Archimede a Ragusa.
“Guardandoli vedete degli avidi speculatori o semplicemente delle persone con profili non adatti a strumenti finanziari così rischiosi?” scrive la fondatrice dell’associazione.
Letizia Giorgianni, Presidente Associazione Vittime del Salvabanche, aveva denunciato nel novembre dell’anno scorso , evidenziando che da tempo si stava subendo il blocco della liquidità delle loro azioni sottoscritte negli anni.
E spiegava come, quei titoli erano stati proposti come sicuri, in quanto non soggetti ad oscillazioni di Borsa e di facile liquidazione mediante il riacquisto da parte della Banca stessa. Invece da anni i loro risparmi sono letteralmente bloccati all’interno di un mercato che, non solo ha portato a un importante perdita del valore di tali azioni, ma non permette nemmeno di recuperare ciò che ne rimane.
La Bapr alzò da subito una cortina di ferro facendosi scudo di una direttiva europea, che limita il riacquisto delle proprie azioni secondo principi prudenziali. La Banca – senza avvisare i risparmiatori– ha limitato drasticamente il riacquisto di azioni proprie, consentendolo per quantitativi sempre minori (30 o 20 azioni per volta) e rendendolo pressoché nullo, sino a bloccarlo, arbitrariamente, nel settembre 2017.Dal 2018, la negoziazione delle azioni avviene solo sul mercato Hi-Mtf, il cosiddetto “borsino”. In un anno questo mercato ha prodotto una flessione del valore nominale da 117,40 euro a 77,00.
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