Famiglie in isolamento da settimane senza assistenza. Interviene Biagio Pelligra (MPSI)

Quello a cui stanno assistendo e subendo migliaia di famiglie iblee , rappresenta un’odissea infinita.
Da settimane infatti, molte famiglie si ritrovano abbandonati a casa, pur essendo negativi ma con contatto positivo all’interno delle quattro mura.
Qui nasce il dilemma: Perchè nessuno ci assiste?

Il problema principale pare essere la carenza organizzativa del sistema sanitario durante quest’eterna pandemia; lunghe attese per i risultati dei tamponi, mancanza di comunicazione con l’Asp e l’Usca, isolamento domiciliare ed esiti di test mai analizzati o ricevuti.


Nessuno chiama per sapere le condizioni degli eventuali soggetti positivi, e se qualcuno risponde dopo infinite telefonate la risposta è sempre la stessa :”abbiamo il sistema in tilt”

Succede a Modica, cosi come a Ragusa, Pozzallo e in tutto il territorio ibleo.
Tante le lamentele su gruppi Facebook .


C’è chi scrive ” sono 15 giorni che provo a chiamare l’usca, attendiamo ancora il primo tampone, qui c’è gente che si è anche negativizzata ma deve ancora rimanere a casa”.


Tanta la gente che risponde e condivide questi post, c’è anche chi ha affermato di essere riuscito a rimanere in linea telefonica, ma dopo un’estenuante attesa cade la linea

A lamentare di quanto appena scritto , per il comune ipparino è il consigliere e segretario cittadino del MPSI, Biagio Pelligra : Il momento che stiamo vivendo è difficile, una fase che sta mettendo alla prova tutti noi. Personalmente, non nascondo la mia preoccupazione riguardo a ciò che sta accadendo. Lunghe file davanti alle farmacie, lunghe file davanti i centri analisi e medici di riferimento in fase di totale confusione e disagio organizzativo nella gestione dei trasferimenti dei dati che rispecchiano eventuali “positività”. Non possiamo fare finta di nulla. Non possiamo non denunciare lo stato di disagio del sistema andato in tilt”.

Biagio Pelligra

“Continuo a ricevere telefonate di amici e conoscenti – aggiunge Pelligra – che tentano da giorni, e in tutti i modi, di contattare l’Usca per comprendere cosa fare una volta positivi al tampone rapido. In molti hanno in casa, e fra i contatti stretti, bambini piccoli non vaccinati cui solo l’Usca, e in domiciliare, secondo la normativa, può fare il molecolare di controllo. Nessun allarmismo, ma sono preoccupato, e lo voglio evidenziare senza alcuna polemica perché conosco il grande lavoro e i sacrifici dei dirigenti dell’Asp di Ragusa e di tutti gli operatori sanitari che ruotano attorno all’indotto sanitario. Ma bisogna prendere atto che il sistema è andato fuori controllo e la situazione in cui ci si sta muovendo deve fare riflettere molto”.

“Bisogna riorganizzare immediatamente tutto – aggiunge Pelligra – bisogna che qualcuno risponda ai telefoni e alle mail; bisogna che per ora gli staff e gli amministrativi di ogni ordine e grado si occupino di questo, e non di altro. Bisogna fare uscire tutti dalle stanze e spingerli in prima linea, come accade in ogni emergenza. Altrimenti, il rischio è che la gente faccia un po’ come gli pare e come può, autodiagnosticandosi positività e negatività, e soprattutto quarantene, durate e, in caso di esercizi pubblici, aperture e chiusure precauzionali a tentoni. In molti, chiusi in casa, senza assistenza, senza possibilità di contattare le autorità competenti, spesso con figli piccoli ed interi nuclei costretti in un clima d’incertezza in pochi metri quadrati, si fa strada l’idea di essere stati abbandonati a loro stessi, e questo non va per niente bene. Io direi di fermarci e riorganizziamo la situazione emergenza. Riprogrammiamo e ripartiamo, per l’interesse di chi ne ha bisogno e non può più attendere, soprattutto per chi sta soffrendo e non riesce a fare sentire la propria voce”.

covid, Isolamento

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