No alla Dad per i disabili, ma dovranno restare in classe da soli. Ma la realtà è ben diversa

Se la Dad ha certamente ripercussioni negative per i nostri figli che sono costretti a rimanere a casa e a non poter vivere la scuola come un momento di condivisione, immaginate quanto possa essere importante poter andare a scuola, per gli alunni con disabilità.

Ed in effetti, il Ministero della Salute insieme al Ministero dell’Istruzione, ha inviato, alle scuole, una nota in cui si dispone che gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali anche quando la classe è in Dad è garantita l’attività didattica in presenza, assicurando comunque il collegamento telematico con gli alunni della classe. 

Detto questo ovviamente sappiamo che la realtà è ben diversa. Pare infatti che le scuole del distretto non abbiano ricevuto la nota che è stata inviata il 21 gennaio, perché ad oggi alcune scuole in Dad fanno rimanere gli alunni disabili a casa.

Per questo motivo c’è un’apposita FAQ sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri che cerca di chiarire la situazione ponendo proprio questa domanda: è consentito agli alunni con disabilità delle classi in dad svolgere comunque l’attività didattica in presenza? La risposta recita così: «Agli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, che non siano positivi al COVID-19 e che non presentino una temperatura corporea superiore a 37,5 gradi, è garantito, con modalità di massima sicurezza ed in assenza di sintomatologia specifica, in ogni caso, lo svolgimento dell’attività didattica in presenza per mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica, assicurando comunque il collegamento telematico con gli alunni della classe che si avvalgono della didattica digitale integrata».

Le cose quindi si mettono in maniera un po’ diversa dall’anno scorso: gli alunni con disabilità – pare dalla FAQ – possono frequentare sì in presenza, ma da soli, visto la relazione con gli alunni della classe che si avvalgono della didattica digitale integrata avviene con il collegamento telematico.

Che significa? Che l’alunno dovrebbe stare in classe da solo con l’insegnante di sostegno ma collegato con il resto dei compagni che sono in DAD. Ma questo è giusto? Favorisce quella che nella nota viene definita “effettiva inclusione scolastica?”

Oppure mette l’alunno disabile in un ulteriore condizione discriminatoria rispetto agli altri compagni?

Come si fa a favorire inclusione se si ritrova da solo? Certo l’utilizzo dei sistemi informatici è certamente un ostacolo per l’alunno con disabilità, per cui se a casa non ha la possibilità di essere seguito, questo certamente cambia a scuola, dove, avrebbe il supporto dell’insegnante di sostegno e della scuola stessa che mette a disposizione i suoi strumenti. In entrambi i casi, la situazione non è delle migliori ma, questo, ovviamente non lo è per nessuno, bisogna quindi comprende, anche ascoltando le famiglie e le associazioni che si occupano di disabilità, quale sia realmente la scelta più giusta per le loro esigenze. 

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