Scuola: Flc Cgil Sicilia, inspiegabile allentamento delle misure anticovid
“È inspiegabile l’allentamento delle misure di contenimento del contagio per le fasce d’età per le quali non sussiste l’obbligo di vaccinazione e nel caso dei bambini della scuola dell’infanzia anche l’obbligo dell’uso delle mascherine”.
Lo dicono Katia Perna, della segreteria della Flc Cgil Sicilia, e Francesco Pignataro, coordinatore regionale dei dirigenti scolastici della Flc Cgil Sicilia, commentando le ultime misure varate dal governo.
Scompare, infatti, la quarantena di dieci giorni e si introduce anche nella scuola primaria la distinzione tra alunni vaccinati e non vaccinati, già in atto nelle scuole superiori di primo e di secondo grado.
” Per loro le disposizioni di isolamento saranno applicati solo dopo l’accertamento nell’arco di cinque giorni di cinque casi positivi, a differenza di quanto previsto nelle scuole superiori, dove basta un secondo caso positivo accertato per applicare le stesse procedure”.
“Anche la procedura ideata per richiedere le mascherine sulla base del fabbisogno di ogni singola scuola – continuano – risulta farraginosa e poco chiara”.
“A ciò si aggiunga che il decreto pubblicato sulla gazzetta ufficiale in prossimità del week-end, quando la maggior parte delle scuole è chiusa – proseguono Perna e Pignataro – interviene con effetto immediato sui numerosi provvedimenti in corso, senza che dai Dipartimenti di prevenzione giungano indicazioni tempestive su come convertire le disposizioni già in atto e con la difficoltà per i dirigenti, per i quali da due anni il diritto alla disconnessione è una chimera, di avvertire tempestivamente le famiglie”.
“Abbiamo affermato con forza la necessità di garantire la scuola in presenza – concludono – ma chiediamo tutela e sicurezza per chi a scuola vive e lavora e che si ponga fine alla pratica di scaricare sulle scuole e sui loro dirigenti responsabilità e compiti che appartengono ad altri soggetti”. Per il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza, “prendiamo atto, ancora una volta, che chi prende decisioni in merito al sistema d’istruzione del nostro Paese, dimostra di essere lontano anni luce dalla realtà quotidiana delle nostre scuole”.