Elezioni Regionali, l’Udc attende di ufficializzare il ritorno del ‘figliol prodigo’ Ignazio Abbate, ma vuole rassicurazioni
Lavima: l’Udc non ha ancora digerito la frattura del 2014, quando il partito del Sindaco uscì dalla maggioranza di Palazzo San Domenico
Scicli, Pozzallo ma anche comuni più piccoli come Monterosso, si stanno muovendo in vista delle prossime elezioni amministrative.
Sappiamo già, più o meno ufficialmente, i nomi dei candidati a sindaco, e quale percorso politico si delinea.
A Modica invece tutto tace, almeno ufficialmente, perché nella città della Contea, gli accordi si fanno tacitamente, ci si riunisce, ci si incontra, ma alla fine ancora non c’è niente di ufficiale.
L’unica cosa certa a Modica, infatti, è che il sindaco Ignazio Abbate una volta lasciato Palazzo San Domenico, desidera ardentemente andare a Palermo, all’Ars.
Ma, altro dato certo, che per farlo, Ignazio Abbate, ha bisogno dell’appoggio di un partito. Ed è qui, dopo i rumors delle ultime settimane, che entra in gioco l’Udc.
Ed è per questo che abbiamo deciso di capire bene come stanno le cose, parlando con il coordinatore provinciale del partito, Pinuccio Lavima, con cui abbiamo intrapreso una lunga discussione sulla politica partendo da una premessa fondamentale: tutto quello che accade a Modica è il frutto di ciò che accade soprattutto a Palermo, dove in questi giorni, si sta decidendo, non solo il futuro dell’Isola, ma anche dei comuni che andranno al voto nelle prossime elezioni amministrative.
E se non si tiene conto di questo, difficilmente, si possono comprendere alcune dinamiche.
Ad esempio, è di questi giorni la notizia che Lega, Forza Italia e Udc, si presenteranno insieme per andare a conquistare Palermo e gli altri comuni dove si voterà per le amministrative. Si attende solo di sapere cosa farà Fratelli d’Italia ma quasi certamente l’accordo si chiuderà anche con loro.
Intanto L’Udc, in questo momento, nella giunta regionale, è rappresentato da ben tre assessori: Roberto Lagalla, Daniela Baglieri e Girolamo Turano.
Quindi certamente è un partito che ha un peso politico, e che all’interno della coalizione, può dire la sua.
In particolare, poi pare che tra Roberto Lagalla e Ignazio Abbate ci sia un legame, ed infatti, proprio lo scorso fine settimana, l’Assessore Lagalla è stato a Modica non solo per inaugurare le ultime due ‘genialate’ dell’amministrazione, il museo della pipa e quello degli uccelli su cui stendiamo un velo pietoso, ma per dare un segnale. Strano, infatti, che non sia arrivato l’assessore Savonà che pure a Modica è di casa.
In realtà, la presenza di Lagalla, è stato un ulteriore momento di confronto fra le parti, in questa interlocuzione infinita che, dovrebbe sancire ufficialmente, il passaggio di Ignazio Abbate nell’Udc o meglio, il ritorno, di Ignazio Abbate nell’Udc e che però di fatto rimane in stand by. Perché?
Diciamo che l’Udc a livello provinciale attende dai vertici nazionali delle rassicurazioni. Di che tipo? Per capire meglio facciamo un passo indietro, quando nel lontano 2014, nella prima sindacatura Abbate, l’Udc, che era il partito del sindaco, uscì dalla maggioranza.
Da allora ci fu una rottura definitiva che ha lasciato delle ferite aperte.
“L’Udc, ci spiega Lavima, esprime la massima disponibilità nei confronti di Abbate ma il sindaco di Modica deve fare di tutto per riconquistare il rapporto con il partito e rimarginare quella ferita che si è creata quando siamo usciti dall’amministrazione. Ignazio Abbate adesso deve dimostrare che desidera condividere il nostro progetto di rilancio dell’area moderata. La gente lo chiede con forza. Il civismo, il populismo hanno fallito. La gente vuole tornare ad avere fiducia nei partiti. Modica, in particolare, ha una storia che non può dimenticare, in cui l’Udc ha giocato un ruolo importante e tanti cittadini ci chiedono di tornare a rappresentarli, ad essere per loro un punto di riferimento. Noi gli offriamo il mezzo per raggiungere un obiettivo comune quello di riprenderci il ruolo che c’è stato tolto e di far riconquistare all’Udc, in questa parte della provincia un seggio regionale, ma lui ( Abbate ndr) deve dimostrare di crederci ”
Insomma, traducendo in parole povere, l’Udc non vuole essere ‘sedotto e abbandonato’, come avvenuto in precedenza dall’esperienza con l’on Orazio Ragusa ( passato alla Lega di Minardo).
A proposito di Orazio Ragusa, apriamo una breve parentesi, pare che qualcuno gli abbia promesso di inserirlo nel listino ma, se così non fosse, ritengono i bene informati che questa sia davvero per lui l’ultima legislatura a Palermo.
I posti alla Regione, per questo versante della Sicilia sono, infatti, solo 4, e se non ci si impegna seriamente, il versante che comprende Modica, Scicli, Ispica, Pozzallo è destinato a rimanere senza un rappresentante alla Regione. Quindi, sotto questo punto di vista la fortuna gioca dalla parte del sindaco Abbate ma sappiamo che questo non basta.
Innanzitutto, non va dimenticato che alle regionali, per fortuna, ancora servono i voti dei cittadini e ne servono pure tanti e poi, in gioco, ci sono troppe cose.
Fondamentale la capacità che avrà la coalizione di centro destra di muoversi unita, compatta, senza colpi di testa, mettendo da parte individualismi. Sempre Pinuccio Lavima sull’argomento: “Lo sbaglio che si è fatto e che si continua a fare, spiega Lavima, a tutti i livelli è quello che ognuno rivendica un proprio spazio a livello personale. Bisogna mettere da parte i propri interessi, cominciare a ‘spersonalizzare’ la politica. Ci sono segnali da parte dei cittadini che vogliono ritornare ad avere fiducia nei partiti, i movimenti nati dal basso hanno fallito, non sono stati all’altezza, ed è per questo che è arrivato il momento di tornare a fare politica seriamente, con un progetto, con una coalizione. E mi fa rabbia che proprio in questo momento in cui i cittadini vorrebbero ritrovare fiducia nei partiti, questi non si fanno trovare pronti a raccogliere questa nuova sfida.”
L’Udc, quindi, sembra determinato a tornare ai fasti del passato anche se sappiamo che i tempi sono decisamente cambiati e anche le personalità politiche sono cambiate. Ricordiamo che l’Udc espresse proprio da Modica, con Peppe Drago, il Presidente della Regione.
E senza offesa per nessuno, oggi non esistono più politici di questa caratura, con tutti i pregi e i difetti annessi.
Riuscirà quindi l’Udc in provincia di Ragusa a tornare ad avere il ruolo di un tempo? E sarà Ignazio Abbate l’interprete autentico della mission dell’Udc di Lagalla e Lavima?
Dipende da tanti fattori e certamente le elezioni amministrative saranno fondamentali visto che, in alcuni Comuni, si terranno prima di quelle regionali.
Modica, è stata sempre una città determinante per sondare il clima politico e oggi lo è ancora di più per tanti motivi: primo fra tutti è la città del segretario della Lega in Sicilia Nino Minardo, il cui nome in questi giorni pare essere fra i papabili candidati alla Presidenza della Regione, malgrado le smentite e le bordate di Cateno De Luca.
Minardo ha dichiarato “Noi stiamo lavorando per l’unità del centrodestra, Siamo fiduciosi e convinti che con una coalizione unita potremo vincere le competizioni delle amministrative e delle regionali“.
Quindi una coalizione unita che dovrà determinare anche il nome del futuro sindaco di Modica, che a questo punto non sarà il designato di Ignazio Abbate, ma quello che sceglierà la coalizione, Lega in primis. E qui ne vedremo delle belle perché si testerà innanzitutto l’unità della coalizione ma anche, lo sappiamo bene, la forza dei singoli.
Una partita, insomma, tutta da giocare, che per adesso si sta disputando a carte più o meno coperte ma che presto dovranno essere scoperte e da quel momento in poi si potrà comprendere chi e cosa muove le fila di questa città e non solo.
Nino Minardo, Orazio Ragusa, Pinuccio Lavima, regione sicilia, Roberto Lagalla
Salvatore Rando
Sono iniziate le comiche in attesa della campagna elettorale per il rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Salvatore Rando
Al Direttore della redazione Il domani ibleo
Dott. Gianni Contino.
Alla cortese attenzione della dott.ssa Maria Carmela Torchi
Redazione Il Domani Ibleo.
Mi sono permesso di ricordare la storia dell’Udc che ha scritto una delle più belle pagine di storia della politica modicana della provincia Iblea, nella regione Sicilia e per ultimo al Parlamrento nazionale con il compianto Peppe Drago.
In ordine all’intervista del segretario dell’Udc, dott. Pinuccio Lavima riportata in data 09/03/2022 su Il Domani Ibleo dal titolo: Elezioni regionali, l’Udc attende ufficialmente il ritorno del “figliol prodico ” relativamente alle imminenti elezioni amministrative e regionali. Ai tempi del compianto On. Peppe Drago, facevo parte del direttivo dell’Udc, ho visto tante rose e tante spine, polemiche, prese di posizioni sempre al limite della rottura che poi c’è stata. Esempio, sulla candidatura del dimissionario Sindaco Torchi, per le elezioni regionali con la diatriba Torchi – Ragusa, tutti sappiamo com’è finita, perdita del Sindaco ed eletto On. Ragusa, ora passato alla Lega. L’attuale segretario, lo era anche allora nella carica, assieme ad altri amici si è schierato a favore di Orazio Ragusa e nessuno si è scandalizzato, noi ci siamo leccate le ferite per non essere riusciti ad eleggere un modicano. Bel colpaccio per la storia modicana. Stessa storia più o meno con il Sindaco Abbate, la maggioranza elegge il Presidente del Consiglio comunale su indicazione dell’Udc, il presidente cosa fa?opposizione. Dalle nostre parti si dice non c’è due senza tre. Prove generali per le prossime amministrative a Modica? Nessuno si chiede, all’interno dei defunti partiti, perché la gente non va più votare, non crede più ai vertici dei partiti stessi che rappresentano. Hanno tutti un comune denominatore, il potere e le mascherate ambizioni personali. Le coalizioni servono, a mio modesto avviso, solo per la distribuzione di incarichi: ministeri, governatori, assessorati, poltrone, sindaci, candidati in tutte le direzioni, incarichi di sottogoverno e via di seguito. Di tutto ciò si tratta nei salotti o con “quattro amici al bar” mi ricorda una vecchia canzone di Gino Paoli. Le coalizioni servono anche per salvare le caste, perché i parlamentari sono al di sopra dei comuni mortali italiani, come per gli ultimi i casi che riguardano Renzi Italia Viva e Siri della Lega sulle intercettazioni, immediatamente è scattata la solidarietà tra pseudo alleati, senza un briciolo di vergogna di fronte al Paese. Una volta c’erano all’interno dei partiti, i congressi, si votava un segretario, la segreteria, si convocavano i direttivi, le assemblee, si discuteva di politica, alleanze, progetti, anche in modo molto animati ma aperti a tutti senza distinzione ideologiche. Da un po di tempo a questa parte come mai i partiti puntano alla società civile? Sulle liste civette? Perché nascono tanti Comitati civici? Nascono proprio per l’assenza della politica. Per fortuna i Sindaci li vota il popolo.
Tante amministrazioni sono nate al di fuori dei partiti e nessuno si è scandalizzato. Una ragione c’è, i partiti sono distanti anni luce dalla gente e non capiscono la parola vergogna, eliminata da tempo dal dizionario della lingua italiana. Ora aprire alle sceneggiate con triplo salto mortale carpiato in vista delle elezioni per il rinnovo dell’assemblea regionale siciliana, rinfangando il passato, puntualizzare comportamenti, divisioni, la non accettazioni di pretese non esaudite, ma mai dette publicamente per pudore tipo “a mia chi mi tocca” , “voglio questo… o non si ni fa nenti”. In questo momento serve una riflessione serena, interrogarsi su cosa è utile per la città, per il comprensorio per questa provincia dimenticata dalla politica ed emarginata a Palermo e a Roma. Altro che dire la politica è una missione al servizio della gente, forse ci credono gli sprovveduti come me che fanno politica solo per passione e al servizio del bene comune per senso civico. Possiamo permetterci ancora una volta di non avere un rappresentante all’Ars? Non ci basta il depauperamento sistematico nel territorio dei servizi a cominciare dal Tribunale, della Sanità, parlo anche della Banca del territorio, una mancata legge per rivitalizzare i centri storici siciliani inseriti nell’Unesco, tipo legge su Ibla, le Royaltes sull’estrazione del petrolio e tanto altro ancora, sempre puntualmente assenti nell’agenda di quel che resta dei partiti. Parlarsi con rispetto serietà è una prerogativa essenziale del convivere civile specialmente in una società come l’attuale profondamente ammalata, priva di valori, di solidarietà, disoccupazione giovanile galoppante povertà sempre più crescente, pensionati e famiglia in difficoltà, aumenti su tutto dai generi di prima necessità al gas, benzina, gasolio, la gestione complicata del Covid solo in Italia rispetto al resto del mondo e per ultimo la guerra in Ucraina con vittime innocenti e profughi in fuga, sono solo degli esempi sulla disattenzione della politica politicante impegnata solo a fare altro non di certo gli interessi degli italiani.
Modica 11/03/2022
Comitato Via Loreto
Salvatore Rando