“A tutto Volume”, la prima volta di Pupi Avati che con il suo libro ha voluto rendere umano Dante
Mille e mille volte alla figura di Dante Alighieri, segue un ‘non è umano’, tutto d’un fiato.
Questa spontanea tendenza ad identificare il Sommo Poeta, che a descriverlo sarebbe impossibile, è il punto di partenza della riflessione di Pupi Avati, figura maestosa del cinema italiano, che ieri sera non s’è fatto scalfire dal vento di Marina di Ragusa, e ha regalato un momento di grande qualità al pubblico di ‘A Tutto Volume’, presentando ‘L’alta fantasia – Il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante’.
“Ho voluto rendere umano Dante – spiega il regista – distaccandomi da quel profilo insopportabile con cui lo si individua, che ci porta spesso a pensarlo come ad un essere supponente, altezzoso, quando invece, da ciò che scrive, da come scrive, c’è un’umanità incredibile”.
La tredicesima edizione del festival letterario ragusano apre il suo sipario accogliendo il carisma di Avati, in dialogo con Francesca Fagnani. Il maestro presenta il suo libro, edito da Solferino e dedicato a Pasquini e Santagata, due studiosi enormi della letteratura italiana,si svincola dai placiti dei dantisti in quanto romanzo e non saggio, e accompagna il film su Dante che il regista stesso ha desiderato realizzare, in uscita il 29 Settembre nelle sale di tutta Italia.
Ripercorrendo il processo inedito che lo porta a trovarsi difronte ad un foglio, piuttosto che alla macchina da presa, Pupi Avati sfiora il dolore di Dante, “un uomo incredibilmente punito dalla vita”, e che in quel dolore riconosce un motore alla creatività potentissimo, come accade in ciascun essere umano,che davanti ad esso,“una forma di conoscenza che non ha eguali”, può decidere di soccomberne o trasformarlo in azione.
Dall’incontro con Dante, avvenuto per la prima volta con la “Vita Nova”, diario di quell’amore inarrivabile che il poeta visse per Beatrice, alla figura di Boccaccio, Pupi Avaticondensa un elogio alla vulnerabilità, che reputa il valore più importante di tutti, nell’incontro con sé e con gli altri.
Un momento di approfondimento che parte dal suo libro ed inevitabilmente tocca la sua vita, costellata di“grandi piccoli miracoli”, dall’amore per il cinema scoppiato con 8 ½ di Fellini, alla fortuita e incredibile scoperta di Mariangela Melato.
Tra momenti di riflessione profondi e risate spontanee, emerge “un appello ai sogni grandi – dice il maestro – a dare spazio ai giovani che oggi non sognano più, completamente bloccati dalla paura, in un Paese succube di quei pochi che strillano senza dire nulla”.
Non poteva aprirsi con un messaggio migliore, questa festa dei libri, che abiterà Ragusa per tutto il weekend, con innumerevoli autori ospiti da scoprire e da ascoltare in un viaggio che il direttore artistico Alessandro Di Salvo, si augura “possa durare tutto l’anno, nell’animo, nello spirito, nella voglia di leggere e stare insieme… portarlo con noi, a Ragusa e dovunque andremo”.
Marianna Triberio
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