Parco degli iblei: opportunità o limite? L’on Ragusa chiede l’intervento del Ministero, ma Palazzo dell’Aquila non ci sta
Il Parco degli Iblei non è ancora stato istituito ma già sembra essere divenuto motivo di scontro. Non si capisce infatti se sia un vantaggio per il territorio o se possa costituire dei limiti.
O meglio se il gioco vale la candela.
Perché certamente avrà delle ripercussioni favorevoli per il territorio da un punto di vista turistico ma non c’è dubbio che comporterà anche delle limitazioni e delle rinunce per le aziende che ricadono all’interno dello stesso.
Almeno questo quello che emerge dal botta e risposta tra l’on Orazio Ragusa, presidente della terza commissione all’Ars, ovvero la commissione che si occupa delle attività produttive e l’amministrazione comunale di Ragusa.
Qualche giorno fa infatti si è tenuta a Palermo una riunione congiunta della terza e quarta commissione all’Ars, rispettivamente Attività produttive e Ambiente, sul futuro del Parco nazionale degli Iblei e da questo incontro pare sia emerso un sentire comune: il timore per la mummificazione delle attività produttive che ricadrebbero nella perimetrazione del Parco e il rischio che uno dei siti più importanti a livello nazionale potrebbe rappresentare tutto il contrario di un valore aggiunto per quanti hanno investito sul territorio.
Questo quanto riportato dall’on Orazio Ragusa, che ha messo in evidenza come siano necessari ulteriori approfondimenti prima di definire ogni tipo di programmazione perché è necessario capire quali saranno le limitazioni per chi opera sul territorio con le proprie attività produttive.
Da qui la necessità di redigere un documento che sarà inviato al ministro dell’Ambiente invocando la possibilità che tutti i soggetti interessati siano messi nella condizione di poter partecipare. “Tra l’altro, ha dichiarato l’on. Ragusa, non bisogna dimenticare che in alcune città sono cambiati anche i sindaci e che i nuovi primi cittadini si stanno trovando adesso a gestire situazioni avviate da altri. Dobbiamo pensare alle ricadute concrete. E da quello che abbiamo sentito in commissione congiunta il rischio è di dovere tarpare le ali a numerose attività produttive. E questo, secondo noi, a maggior ragione in un momento delicato del genere, non deve e non può accadere”.
Dichiarazioni che hanno suscitato la reazione del Comune di Ragusa e del sindaco Cassì che in un comunicato ha risposto all’on Ragusa che quel ‘sentire comune’ di timore per la mummificazione delle attività produttive che ricadono nel Parco degli Iblei non appartiene a Ragusa, perché, ribadisce il primo cittadino, Riteniamo che il Parco Nazionale degli Iblei è un riconoscimento di valore per il territorio ed una grande occasione di crescita, di sviluppo sostenibile ed economico, nel rispetto delle esigenze del comparto agricolo. Inoltre, con nota prot. 90077 del 7/7/2022 indirizzata al Libero Consorzio, abbiamo confermato la posizione del Comune in merito alla perimetrazione del Parco, come espressa dal Consiglio Comunale in data 22/09/2015 Eventuali estensioni del Parco rispetto alla delimitazione del 2015, su proposta del Ministero dell’Ambiente, necessitano di approfondimenti e di ulteriore confronto con i portatori di interesse. L’iter Istituzionale non prevede tempi illimitati ma una breve durata, per concludersi entro settembre/ottobre 2022. Questo, sottolinea il sindaco Cassì, è l’inequivocabile “sentire comune” dell’Amministrazione Comunale di Ragusa e questo è stato espresso in sede di riunione con le Commissioni congiunte dell’Ars”.
Dello stesso parere il vicesindaco di Ragusa e assessore all’ambiente Giovanni Iacono che era presente all’incontro. Iacono dichiara “Totalmente infondate le notizie relative ad intoppi burocratici per le imprese, causate dal parco per la semplice ragione che le cave naturalistiche sono già zone protette (le industrie si fanno nelle zone industriali) e quindi ciò che si potrà effettuare all’interno del Parco sarà stabilito dall’Ente Parco (Sindaci) e dal relativo regolamento. È da oltre 13 anni che si fanno concertazioni, nel 2009, 2010, 2017, 2019, e dinanzi al traguardo finale ancora si cercano ulteriori concertazioni. Riteniamo che adesso sia arrivato il momento, benedetto perché porterà vantaggi e ricchezza per il territorio, che il Parco Nazionale degli Iblei venga definitivamente approvato; confidiamo nel Governo Nazionale e nei Ministeri dell’Ambiente e della Transizione Ecologica per dare, finalmente, agli iblei l’opportunità di questo riconoscimento di valore del territorio”.
A questo punto arriva la replica dell’on Ragusa che dice di essere stupito delle dichiarazioni che arrivano dal Comune di Ragusa. “Mi pare che nessuno abbia detto, men che meno io, di essere contrario al Parco degli Iblei. Anzi, tutt’altro. Una cosa però è certa. Deve essere un Parco a misura d’uomo, un Parco in armonia con il territorio. Se questo messaggio non è stato recepito dal sindaco, non so che farci. Nessuno si è sognato di mettere in discussione la sua posizione. Se è quella di essere favorevole alla mummificazione delle attività produttive ne prediamo atto. Altrimenti, si unisca al percorso di approfondimento richiesto da tutti e valuti con attenzione che cosa ne emergerà”.
Chi avrà torto e chi avrà ragione in questa vicenda? Tutti sembrano volerlo ma c’è chi non può permettersi di ignorare le esigenze delle aziende soprattutto in piena campagna elettorale.
Forse infatti sarebbe stato più opportuno sollevare queste legittime preoccupazioni in un altro momento considerato che siamo a fine legislatura e incombono le elezioni regionali.
Staremo comunque a vedere come finirà e se finirà questa lunga storia…
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