Ragusa: ben servito a 21 psicologi Covid dai vertici dell’Asp. Dal 30 aprile tutti a casa senza spiegazione
Usati e poi gettati via. Così si sente il gruppo dei 21 psicologici Covid dell’Asp di Ragusa, in servizio dal 7 dicembre 2020 al 30 aprile 2023, che hanno ricevuto il ben servito a fine aprile e sono ad oggi costretti a rimanere a casa.
“Ci siamo sentiti usati. Scrivono in una nota dove raccontano tutta la propria amarezza per come è andata, per una scelta, quella dei vertici Asp, che ha lasciato senza parole, increduli. Utilizzati perché c’era la necessità, l’emergenza sanitaria. Poi, quando non siamo più serviti, nonostante ci fosse ancora molto da fare, siamo stati scaricati. Senza neppure un grazie”
Non è chiara la scelta dell’Asp che punta, com’è giusto che sia, ai concorsi, anche se sappiamo che spesso proprio quelli indetti dall’azienda sanitaria di Ragusa, hanno sollevato parecchie polemiche, ma detto questo, si sarebbe potuto attendere che almeno fossero indetti prima di buttare fuori dei professionisti che, comunque ad oggi, seppur con un numero di ore notevolmente diminuite nel tempo, da 19 in piena emergenza a 3, coprivano tutti quei servizi che erano rimasti scoperti a causa della mancanza di personale che nel frattempo andava in pensione.
Ma la cosa peggiore oltre il danno è stata anche la beffa come si spiegano i diretti interessati “qualche giorno prima del 28 aprile era stata pubblicata una delibera all’albo pretorio dell’Asp che parlava di una nuova proroga. In quella giornata, invece, il 28 appunto, il commissario straordinario dell’Asp Fabrizio Russo ci comunica che non ci sono più i presupposti per una proroga (tanto che la delibera di prima è risultata annullata).” Ci chiediamo cosa sarà mai successo per far cambiare idea ai vertici dell’Asp in sole 24 ore? Fra l’altro, era stata ampia assicurazione anche dai sindacati e dalla Regione, che la proroga ci sarebbe stata. E non si può neanche parlare di costi elevati perché questi professionisti avevano tutti la partita iva.
“Perché proprio noi? Perché si è sentita la necessità di fare a meno di chi si era speso senza un attimo di sosta per aiutare i più fragili, sul piano emotivo e non solo, in questo difficile periodo? Tra l’altro, con conseguenze che ancora, purtroppo, si riverberano su grandi e piccoli? Ecco, sono tutti questi gli interrogativi che ci attanagliano e rispetto ai quali non riusciamo a trovare una risposta. Che senso ha avere scelto di tagliare chi, per versatilità e adattabilità, aveva dimostrato di potere dare una risposta importante, tra l’altro, in un campo molto delicato?”. Occorre sottolineare l’enorme lavoro svolto da questa categoria, un lavoro fra l’altro, che li ha anche messi a dura prova con numeri impressionanti da fronteggiare soprattutto nell’estate del 2021. C’è inoltre da dire che purtroppo anche se la pandemia è finita non lo si può dire delle ripercussioni mentali che ha creato “La fascia dell’infanzia e dell’adolescenza, ancora oggi, quella più a rischio. Sono necessarie terapie adeguate, interventi specifici da parte di professionisti. Lo strascico di disagi con cui stiamo facendo i conti è davvero notevole. E a fronte di ciò l’Asp di Ragusa non ha trovato di meglio da fare se non darci il benservito. Inspiegabile su tutti i fronti”.
Inspiegabile anche perché l’Asp è sotto organico per tutte le categorie, compresa quella degli psicologi.
Gli utenti sono sempre più scoraggiati dal rivolgersi al servizio pubblico per i tempi lunghi di attesa. Quando si ha un disagio, sia esso mentale che fisico, sentirsi dire ci vediamo fra un mese invece che fra una settimana fa davvero scoraggiare chi ha già enormi difficoltà e si sente rifiutato da chi invece dovrebbe aiutarlo e assisterlo. Fra l’altro questi 21 professionisti, in questi mesi, non sono riusciti a coprire tutti i posti, un solo psicologo ha seguito, ad esempio due consultori e questo pur di garantire un servizio. Come chi si recava a Gerratana e Monterosso, dove da due anni il servizio era assente, ma che quando grazie a queste figure era stato ripristinato, anche se una volta a settimana, veniva frequentato da tante persone.
Tutto questo per dire che, la decisione dell’Asp, non ha una motivazione valida, almeno agli occhi di noi umani, ma siamo certi che questo improvviso “venir meno delle condizioni per la proroga” sia da ricercare altrove, in quelle stanze dove si decide il destino dei cittadini di questa provincia, un destino che spesso viene condizionato da scelte che servono a favorire pochi a sfavore dei molti.
Un sistema dannoso che ha fatto si che in questi anni la sanità in questa provincia sprofondasse a livelli così bassi da far sì che, a breve, anzi brevissimo, non sarà più possibile curarsi nelle strutture pubbliche ma si dovrà necessariamente ricorrere a quelle private con le conseguenze che tutti possiamo immaginare.
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