Addio all’amico e collega Ciccio Belgiorno

Non lo vedremo più camminare lungo il corso di Modica e fermarsi  con  gli amici per  distribuire stilettate a destra e a manca contro tutto e contro tutti. Una battuta piccante, un aneddoto inventato al momento, una” curtigghiata” intelligente e infarcita di cultura, di conoscenza, di esperienza. Ciccio Belgiorno, giornalista, scrittore, eccentrico personaggio medicano non è più tra noi

Ha dovuto lasciare la vita terrena ed è partito, questa volta non da emigrante, verso la destinazione finale. Ci ha lasciato all’improvviso,sicuramente nel modo che nessuno di noi si aspetta e possa prevedere.  E’ volato nelle sue nuvole senza passare per l’ultima volta dal Martin Caffè e dalla via Ritiro.

Se ne è andato l’ultimo intellettuale spumeggiante di una Modica sonnecchiante e rattristata da tutte le crisi, se ne è andato, non me ne vogliono gli altri, l’ultimo scrittore vero di questo inizio di secolo.

Dopo Raffaele Podomani, l’ultimo scrittore intuitivo e per spicace, capace di dire ancora delle cose vive e piene di senso, sensibile al mutamento della sua Modica, la sua città d’adozione.

Aveva per questa città un amore non ricambiato, scriveva e parlava di Modica come una matrigna, ma poi l’amava fino all’inverosimile, ma appena poteva la fustigava.

Il suo era un atteggiamento di rabbia per le cose che non andavano e lo manifestava anche in maniera dura.

Scorbutico e simpatico al punto giusto dopo l’esperienza in Germania, aveva deciso di rientrare nella sua città per coltivare le amicizie di un tempo, per cogliere le atmosfere,i profumi, le sensazioni che aveva perduto, partendo da giovane, a cercare ventura con il solo bagaglio dei suoi talenti, pochi, ma buoni.

Non sappiamo se il suo ritorno a Modica lo abbia appagato, lui che era moderatamente ribelle e pieno di orginalità. Si è dovuto integrare con una società , quella modicana, lenta, molto conservatrice, ma tanto se fosse stato al contrario, a Ciccio Belgiorno non gli sarebbe andata giù ugualmente!! Era fatto così, ed era simpatico per questo, era ammirato per questa sua capacità di riconoscere poco e niente agli altri.

Nipote di quel Ciccio Belgiorno che nel periodo fascista, lui socialista del ’21, si rifiutò di alzarsi e fare il saluto romano, ad una sfilata di camerati nel corso Umberto all’altezza dell’ex Caffè Orientale di fronte al Tribunale.

Cresciuto in una famiglia con tanti talenti, Ciccio Belgiorno ricevette gli insegnamenti del padre Franco Libero, giornalista e scritto, direttore del primo quotidiano finanziato dagli alleati a Siracusa.

Ciccio Belgiorno oltre che per la sua attività di giornalista e scrittore ( ha pubblicato anche con Sellerio) va ricordato negli anni sessanta per aver animato gli show studenteschi dell’Istituto Commerciale con Marcello Per racchio e il fratello Duccio. Di quegli anni anche la partecipazione ad una delle prime trasmissioni  radiofoniche condotte da Mike Buongiorno, ” Ferma la Musica”. Esilarante le battute tra conduttore e partecipante sulla differenza tra  ” Buongiorno” e ” Belgiorno”.

Ciao Ciccio! Chissà se lassù ti mancheranno i versi di ” Menechello da Pisa”, alias Domenico Pisana

Ciccio Belgiorno, Ferma la Musica, Franco Antonio Belgiorno, Mike Buongiorno

Commenti (5)

  • Quando lo incontrai la prima volta non sapevo chi fosse… era in una cartoleria e con accanimento parlava del futuro nero e triste dei giovani mi colpi….ne era davvero dispiaciuto dalla sua bocca non uscivano parole ma passione …. grazie

  • Grazie Valentina. Ciccio era stato giovane in un momento difficile: il dopo guerra. Sapeva le difficoltà che i giovani incontrano per inserirsi, trovare lavoro, conquistare l’indipendenza.
    Grazie ancora

  • Una ventina di anni orsono, ho incontrato Ciccio Belgiorno all’aeroporto di Milano Malpensa, lui aspettando la coincidenza per la Germania, io per il Venezuela.Ci siamo riconosciuti come modicani, ed abbiamo scambiato alcune parole.Devo dire che quell’incontro é stato per me molto piacevole ed umano.
    Ho, da sempre ammirato quell’uomo e paragonato a quei protagonisti come Gassman di vecchi leoni.

    Essendo io meno que adolescente, vivevo in via cava Gucciardo, a quell’epoca quasi deserta, la famiglia Belgiorno trascorse le vacanze in una villa vicino casa mia. Ebbene , per tutte le sere di quell’estate rimanevo ad ascoltare i suoni musicali e vocali che provenivano da quella casa, e ne rimanevo affascinato, considerando che quelle persone vivevano la vita per davvero.

    E che dire degli incontri a Sampieri e dei tuffi da quei scogli particolarmente quello della “Vecchia”.
    Sarei stato felice di tornare ad incontrarti, Ciccio. Con affetto

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