Modica, parla Giorgio Moncada neo presidente di Confcommercio. Il primo obiettivo: “Dare credibilità all’associazione”

È Giorgio Moncada, direttore del centro commerciale Bruno Euronics, il nuovo presidente sezionale di Confcommercio Modica.

La nomina di Moncada, fortemente voluta dal direttivo e votata all’unanimità, è stata accolta con grande entusiasmo non solo dai commercianti ma dall’intera città che si è trovata pienamente d’accordo sulla scelta di un nome molto conosciuto e apprezzato sia come professionista che come persona.

Insieme a Moncada è stato eletto un nuovo direttivo molto giovane e dinamico che potrà rappresentare al meglio gli interessi della città.

Lo abbiamo incontrato per fare insieme il punto della situazione del commercio a Modica e per comprendere quali sono gli obiettivi a media e lunga scadenza che si prefigge di portare avanti.

Perché secondo lei ci sono grandi aspettative intorno alla sua nomina, secondo lei mancava un punto di riferimento?

Sono sorpreso anche io da queste aspettative, indubbiamente sento il peso di questa responsabilità perché mi sento di avere delle capacità normali per affrontare questo impegno come tanti altri, sono però anche onorato di questa grande attenzione. Dietro questo direttivo c’è grande entusiasmo e questo deriva un po’ dalla fine della pandemia che ci ha costretto all’isolamento mentre oggi c’è questa voglia di socialità, di incontrare l’altro, probabilmente però c’è anche un desiderio di dare voce ai gruppi intermedi che sono totalmente spariti. Siamo in una fase in cui c’è l’idea di una leadership forte, esasperata con una persona sola al comando, senza un confronto con nessuno. Noi amiamo il confronto perché l’impresa ha bisogno di riflessioni comuni. Quindi credo che le aspettative siano più legate a questo aspetto, alla voglia che ha l’impresa in genere di poter esprimere il proprio punto di vista

Fra le attestazioni pubbliche ricevute c’è quella del sindaco Maria Monisteri che le ha augurato buon lavoro e si è detta pronta al confronto per dare risposte, risolvere le criticità e far crescere Modica. Lei ha ovviamente ringraziato e ha risposto: “Tenderci reciprocamente la mano permetterà a noi tutti di raddoppiare le forze. Queste parole sono di apertura nei confronti dell’amministrazione…?

Per me tendere la mano significa fare un percorso insieme. Chiaramente l’amministrazione è il nostro primo interlocutore, il sindaco è stato eletto e voluto dalla città, è una persona stimabilissima, però c’è una logica di rapporto in cui gli interessi di una parte importante della città vanno tenuti in considerazione. Le associazioni di categoria, questo deve essere chiaro, non nascono per essere in contrapposizione a qualcuno, diventano in contrapposizione nella misura in cui l’interesse viene schiacciato. Noi abbiamo la fortuna di vivere in una città in cui gli interessi globalmente lavorativi che esprime in termini di rapporto pil popolazione sono molto alti, questo fa si che la città di Modica sia economicamente importante. Abbiamo tante aziende importanti che danno tanto lavoro ai modicani, per cui ci deve essere un rapporto molto armonico con l’amministrazione

Partendo da queste affermazioni cerchiamo di capire come sta la città da un punto di vista economico. Nel senso è una città che sta crescendo, che si è fermata? Soffre?

“L’economia della nostra città, fortunatamente, non è legata solo ad un sistema o ad un aspetto. Ci sono molte aziende le cui produzioni sono destinate a mercati numericamente più grandi e/o all’estero. In questo caso non sono legate alle dinamiche locali. Poi c’è una parte di città che vive di economia più locale ed in questo caso le dinamiche oscillano su posizioni più o meno stabili. C’è però anche una grande parte di città che vive di turismo ed in generale di in coming. Questa filiera ha sofferto la caduta delle presenze turistiche dovuta a tanti motivi legati alla crisi internazionale, costi aumentati, aeroporto chiuso, ma a parità di condizioni con altre realtà che invece hanno aumentato i numeri fa capire che ci sono alla base altre motivazioni. Ad esempio, è importante unire le forze, avere un’idea programmatica di come deve essere questa nostra città per consentire alle imprese di programmare il proprio futuro è ad esempio un aspetto su cui vogliamo dire la nostra ma con grande senso di collaborazione”

Di cosa ha bisogno Modica per fare il salto di qualità e in questo lei come può aiutarla?

“La prima cosa che mi è venuta in mente è certamente la programmazione. Un po’ perché provengo da un mondo commerciale dove oltre ovviamente ai rapporti umani c’è anche tanta programmazione. Questo non ti garantisce il successo ma sicuramente è garantito l’insuccesso in caso contrario cioè nel caso in cui si lascia tutto all’improvvisazione. Quindi dove possiamo essere da stimolo, portare questa cultura all’interno di altre culture, l’armonia e la trasparenza. Dove per trasparenza non dobbiamo intendere necessariamente che ci sia un interesse nascosto. Sappiamo da qui a breve in città grazie ai fondi del PNRR saranno realizzati progetti importanti che modificheranno da qui ai prossimi anni la città per un futuro che tutti auspichiamo migliore, sarebbe importante che la città fosse coinvolta in ciò che sta accadendo, che conoscesse questi progetti. È un’impostazione di collaborazione complessiva con la città, perché se tu sai prima cosa accadrà probabilmente potrai attrezzarti in meglio, se invece lo sanno in pochi si perde per la stragrande maggioranza la possibilità di potersi armonizzare con quello che sta accadendo”

La città vive da sempre la contrapposizione, o meglio divisione naturale delle tre parti della città. Ovviamente il Polo Commerciale è il cuore pulsante del commercio mentre la parte bassa, è sotto gli occhi di tutti sofferente. Cosa si potrebbe fare?

Purtroppo, per rispondere a questa domanda pertinente, dovrei fare a pugni con la mia mentalità. Perché io ho una visione che non è legata solo alla città di Modica ma un po’ più ampia. Quindi faccio fatica ad immaginare Modica divisa in tutti questi luoghi perché io per formazione personale e lavorativa quando penso al territorio lo considero con una visione molto più ampia che va da Pachino, Rosolini, insomma ho un’idea più comprensoriale. Ma dipende di cosa parliamo. Se noi pensiamo di vendere il nostro territorio all’estero non possiamo presentarci solo come Modica, quindi su questo come associazione vogliamo giocare un ruolo di coordinamento fra i diversi territori. Poi ci sono però le dinamiche interne. Modica ha ancora la grande fortuna di essere identificata con il suo Centro Storico, Corso Umberto, il cuore pulsante è ancora quello. Conserviamo ancora la cultura della passeggiata. Abbiamo ancora la fortuna di vivere un centro storico che rispetto ad altre realtà non è totalmente svuotato, però attenzione perché siamo ad un passo. Ed il primo segnale, ne abbiamo discusso proprio nella prima riunione con i colleghi del direttivo, è proprio il commercio che è il termometro di quello che accade in città. Il fatto che c’è una sostituzione di attività commerciali all’interno di Corso Umberto è perché la parte storica viene vissuta da persone non modicane, con culture diverse dalla nostra e il commercio risponde subito offrendo un servizio diverso. Quindi non partiamo dal commercio, partiamo da tutto quello che possiamo fare insieme per rivitalizzare il centro storico. È un argomento delicatissimo, complicato ma un centro storico museo non serve a nessuno, non serve ai modicani, non serve ai turisti. Un centro storico vivo serve innanzitutto ai cittadini che devono vivere bene nella propria città e che posso così accogliere i turisti. Perché questa idea che devo fare un passo indietro da modicano perché devo diventare accogliente per altri non credo sia giusto o comunque si può migliorare.”

Il suo incarico, lo ricordiamo, è a titolo gratuito e durerà tre anni. Qual è la prima cosa che ha intenzione di fare a breve scadenza e quella invece che si ripromette di realizzare da qui a tre anni?

La prima cosa che farò da subito è dare forte credibilità all’associazione e questo passa attraverso il lavoro di tutti i consiglieri. Stiamo lavorando perché ogni singolo consigliere possa portare un proprio valore aggiunto. In questo momento ci sono ben undici consiglieri ma stiamo lavorando per aggregare nuove forze. La grande novità che mi porto come personale orgoglio è che c’è stata una richiesta di partecipazione importante, di aziende importanti e questo è il primo obiettivo quello di valorizzare questa ricchezza che abbiamo. Chiunque si interfaccerà con noi potrà trovare spunti che possono essere utili alla città. Invece nel medio lungo periodo ripeto un punto che ho già espresso ma che ritengo fondamentale ovvero  trasmettere la cultura aziendale della programmazione e dell’armonia

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